All’inizio la sua vicenda di donna innamorata e tradita fu uguale a quella che un secolo dopo avrebbe distrutto Lady Diana. Peggio, anzi: perché la principessa Margherita, figlia del duca Ferdinando di Genova e di Elisabetta di Sassonia , quando nel 1868 sposò l’erede al trono d’Italia, il principe Umberto di Savoia, aveva solo 17 anni e non sapeva che lui, già da cinque, aveva una amante più vecchia alla quale sarebbe rimasto legato per tutta la vita. Proprio come è successo con Carlo d’Inghilterra e Camilla Parker Bowles.
Margherita, prima regina d’Italia, era raffinata, aggiornata su tutto e con debolezze oggi inconcepibili(non indossava mai un abito più di una volta) la regina godeva della generale ammirazione. Giosuè Carducci le dedicò versi appassionati: “Onde venisti?Quali a noi secoli/sì mite e bella ti tramandarono?/ Fulgida e bionda … “ . In realtà Margherita, splendida fino alla vita, aveva fianchi un po’ troppo robusti e gambe poco slanciate. Rimediava con un imponente guardaroba “intelligente”, dotato di gonne che nascondevano zeppe da fare invidia a una moderna trampoliera.
Margherita piaceva. Equilibrata, decisa, era la donna che Vittorio Emanuele II, rimasto vedovo nel 1855, aveva visto come la moglie ideale per il figlio dopo che la sua fidanzata, l’Arciduchessa Matilde d’Asburgo, era scomparsa in circostanze tragiche: a Matilde, che prendere parte ad un ballo aveva indossato un abito broccato verde con una sontuosa crinolina di velo, sfuggì di mano la sigaretta che stava fumando. Il fuoco si appiccò alla crinolina e in pochi secondi la avvolse uccidendola. Le subentrò così Margherita che però scoprì presto di avere una rivale.
Si trattava della duchessa Eugenia Bolognini, chiamata la “Bolognina” o la “Litta”, moglie dell’ambizioso e corrotto Giulio Litta Visconti. Questi, in cambio delle agevolazioni che riceveva per i suoi commerci, era ben contento di dividerla con l’erede al trono, il quale non si faceva scrupolo di portarla nella Villa Reale di Monza sotto gli occhi della consorte.
È l’inizio di una serie di scontri e di scenate. Come quella tramandata da una cronaca: “Margherita bussa furiosa alla camera degli amanti convinta di riuscire a coglierlo sul fatto. Invece, una volta entrata, si trova davanti al marito che si accende un sigaro. Della rivale, nemmeno l’ombra. ‘Umberto cosa nasconde quella tenda che si sta ancora muovendo?’. Mentre lui lascia irritato la stanza, lei scosta la tenda e scopre un passaggio segreto collegato con l’esterno”. Da lì la Bolognina si è dileguata, e continuerà a farlo molte altre volte. Margherita, furiosa per la fuga della rivale, grida al marito infedele “D’ora in avanti sarò solamente principessa , mai più moglie!”. L’erede, che diventerà Vittorio Emanuele III, era già arrivato. Nacque nel novembre 1869, un anno prima che i sovrani si stabilissero a Roma. I ricevimenti di Margherita divennero famosi, così come i viaggi che la portarono in ogni parte d’Italia. Durante uno di essi, a Napoli, “si sviluppò l’unico prodotto veramente nazional – popolare legato ai Savoia, la pizza Margherita”, scrisse uno storico.
Si è detto che, a poco a poco, la regina si rassegnò a convivere con la rivale fino ad ammetterla, il 29 luglio 1900, a vegliare il corpo del marito assassinato a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci.
La realtà è diversa. Fra le due i rapporti furono sempre tempestosi, e vi fu addirittura un giallo rimasto irrisolto. Una sera Margherita, munita di pistola, affrontò nei giardini del Quirinale la rivale che stava salendo la sulla carrozza di Umberto. Partirono due colpi: ma diretti a chi? Alla Bolognina o al re? Lo scandalo fu enorme. Per soffocarlo, un portavoce di corte disse alla stampa che un “cospiratore” era penetrato nei giardini.
Nessun commento:
Posta un commento